16 Mag “Io leggo perché… alla ricerca del senso perduto ”: una tappa del progetto dedicata allo studio geologico del territorio parmense “Pagine di Pietra”
La conoscenza del territorio parmense attraverso lo studio di pietre, rocce e ofioliti è il filo conduttore di una nuova indagine interdisciplinare all’interno del progetto “Io leggo perché…alla ricerca del senso perduto”, realizzato dal Liceo Marconi di Parma in collaborazione e con il sostegno della Fondazione Cariparma e l’ufficio Orientamento dell’Università degli Studi di Parma. Diversi gli itinerari di carattere scientifico che hanno visto coinvolti circa 160 alunni/e delle classi quinte.
Parma, 09.05.2024 – Sono state le “Pagine di pietra” – ovvero la lettura degli elementi rocciosi del nostro territorio, delle loro caratteristiche e peculiarità – al centro di una nuova tappa del macro-progetto didattico “Io leggo perché…alla ricerca del senso perduto”, promosso dal Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi” di Parma, grazie alla collaborazione e al sostegno di Fondazione Cariparma e dell’Ufficio Orientamento dell’Università degli Studi di Parma, nell’intento di valorizzare l’atto del leggere quale strumento imprescindibile per la comprensione di sé e del mondo e al fine di individuare in maniera consapevole la futura scelta universitaria/professionale.
“Pagine di pietra” si è articolato attraverso una serie di itinerari naturalistici, dall’approccio dinamico, scientifico e sperimentale, rivolti agli studenti delle classi quinte e che sono stati guidati, in collaborazione con il servizio di Orientamento dell’Università di Parma, dal prof. Valentino Straser, docente di scienze del Liceo Marconi e ricercatore, assieme ai professori Antonella Ciarelli, Silvana Buono, Eleonora Squassoni, Rosalba Lispi e Annalisa Tipa, Enza Caruso
Circa 160 alunni/e hanno avuto modo di visitare alcuni tra i luoghi più caratteristici dell’Appennino Parmense, quali la miniera petrolifera di Vallezza, vicino a Fornovo di Taro (rimasta attiva per circa 70 anni, fino al 1994, rappresenta oggi un affascinante esempio di moderna archeologia industriale da cui si estraeva il petrolio, l’olio di pietra), la riserva naturale di Monte Prinzera lungo la via Francigena (un rilievo ofiolitico dove la roccia vulcanica ha generato un paesaggio dall’aspetto “lunare” favorendo habitat unici per la ricchezza della fauna e la specificità della flora spontanea), i brandelli di crosta oceanica dell’Era Mesozoica fra la Val Taro e la Val Sporzana; e poi i Salti del Diavolo in Val Baganza, formazioni sedimentarie di età cretacica risalenti a circa 80 milioni di anni fa; e ancora le cave di estrazione e lavorazione artigianale della pietra lungo la via degli Scalpellini. Gli studenti hanno avuto l’occasione di incontrare il presidente dell’Associazione “Siamo tutti scalpellini” e avere una dimostrazione pratica di come si lavori la pietra, l’associazione è stata infatti fondata per recuperare, far conoscere ed apprezzare nei nostri luoghi (la Val Baganza) una abilità ormai in disuso in grado di realizzare nel tempo vere e proprie opere d’arte. I giovani partecipanti del progetto hanno, infine, visitato il Duomo di Berceto e studiato la zona perimetrale per analizzare le pietre usate sia per la costruzione dell’edificio, sia per la realizzazione dei bassorilievi al suo interno.
Percorsi appassionanti in mezzo alla natura, tra sentieri, valli, luoghi ricchi di storia e formazioni rocciose antichissime che consentiranno agli studenti di approfondire la conoscenza del paesaggio e la relazione con il proprio territorio, in un’ottica anche di Sostenibilità. Gli elaborati di approfondimento della tematica affrontata saranno presentati dagli studenti il 18 maggio in uno dei tanti eventi del Festival della Sostenibilità che sta avendo luogo nella nostra città. (Francesca Ferrari)