14 Dic Cultura, coraggio e perseveranza per realizzare i propri sogni
L’Ingegnere Tommaso Ghidini del Centro Aerospaziale Europeo (ESA) ha incontrato gli studenti del Liceo Marconi in occasione dell’apertura del Centenario della scuola.
In apertura del Centenario del Liceo Marconi di Parma l’ingegnere Tommaso Ghidini del Centro Aerospaziale Europeo (ESA) ha donato agli studenti una straordinaria lezione di vita e di cultura scientifica ed umanistica.
Laureato in Ingegneria meccanica all’Università di Parma nel 2000 e conseguito il dottorato con tesi sperimentale al Centro Aerospaziale Tedesco di Colonia, Tommaso Ghidini ha sviluppato uno straordinario percorso sia di crescita professionale sia di ingegneria meccanica, tanto da rivestire ruoli di inestimabile valore sia all’interno dell’ESA sia in ambito universitario.
Tommaso Ghidini ha iniziato il suo percorso ripercorrendo la sua passione per l’aviazione, una storia iniziata quando avevo tre anni, con la visita a una cabina di pilotaggio per poi procedere dopo l’Università in un centro che progetta e realizza voli a distanze ben oltre le vicinanze del pianeta Terra.
“E’ stato qualcosa di folgorante, che ricordo ancora in tutti i particolari, sento ancora il contatto sulla mano della cloche. Ero un bambino, eppure lo ricordo perfettamente, E questo è ciò che io considero la cosa più grande, proprio come un grande amore: lo capisci subito, fin dall’inizio, la grande passione che non ti fa dormire la notte”, ha spiegato Ghidini, rimarcando più volte agli studenti di non abbandonare mai i propri sogni. “E il mio sogno” ha espresso Ghidini “era quello di fare il pilota, ma non sono stato selezionato per un difetto visivo all’occhio, un difetto che effettivamente non avevo, dal momento che conservo ancora i miei 10 decimi. “Al momento della selezione, una macchina, poco attendibile dal punto di vista tecnico, aveva evidenziato un difetto visivo al mio occhi bloccando definitivamente un sogno che avevo da quando ero bambino”.
Il grande desiderio di volare, però, non lo ha mai abbandonato e dopo la strada sbarrata per le porte dell’aviazione, ha cercato altre strade per poter coltivare ed esternare la sua passione. L’altra strada è stata l’iscrizione a Ingegneria meccanica all’Università di Parma. E dopo l’Università il dottorato con tesi sperimentale al Centro Aerospaziale Tedesco di Colonia. Il cammino è proseguito con l’incarico alla Airbus nei team di progetto dei più importanti sviluppi di nuovi aerei civili e militari quali l’A380, l’A350 and l’A400M, e poi è entrato a far parte dell’Agenzia Spaziale (ESA) nel 2007.
Nel 2009 è divenuto ingegnere responsabile del Product Assurance and Safety del lanciatore VEGA , dal 2012 è a capo della sezione “Tecnologie dei Materiali” dell’ESA e tuttoggi la sua carriera è in continua evoluzione.
Ghidini ha raccontato le sfide che ha affrontato nella sua carriera, dal volo intorno alla Terra ai progetti di voli nello spazio, dall’Airbus al razzo Vega, gettando infine uno sguardo alle prossime frontiere dell’avventura spaziale: “La prossima sfida è andare su Marte e ricreare la vita su questo pianeta”.
Questo, però, si può realizzare solo se si possiede coraggio e perseveranza: ecco i due fattori fondamentali per realizzare i propri sogni. “Il coraggio e la perseveranza”, ha ricordato Ghidini, possono essere coltivati soltanto attraverso una cultura umanistica che rafforza e nutre l’esistenza, permettendo di superare i fallimenti fino al dispiegamento del proprio essere se stessi , del proprio realizzarsi”. Bisogna partire “dai banchi di scuola per arrivare alle lune di Saturo”, è necessario nutrirsi di cultura per confrontarsi con la realtà, con il mondo, con l’universo.
Numerose le domande poste dagli studenti all’ingegnere, domande mirate e di approfondimento. Alcune di queste erano riferite al suo libro Homo Caelestis, in cui sono evidenziati i momenti più importanti che hanno segnato il rapporto dell’uomo con l’esplorazione spaziale. “Nello spazio si celano segreti sulla nascita dell’universo e della vita la cui portata va molto al di là del solo progresso tecnologico” ha spiegato l’ingegnere, facendo riferimento al suo libro e rispondendo con entusiasmo ai quesiti dei ragazzi, “Lo spazio è prima di tutto ispirazione” ha poi asserito.
Fondamentale però nell’ambito dell’esplorazione spaziale è possedere un atteggiamento analitico e pragmatico nei confronti dei fallimenti, che non solo sono inevitabili, come ha ribadito più volte Ghidini agli studenti, ma costituiscono esperienze su cui si plasmano i futuri successi, se si riesce ad affrontarli con lo spirito giusto. Ed è partendo da queste basi che il rapporto tra uomo e spazio proseguirà, permettendo una svolta fondamentale al nascere delle nuove generazioni nei futuri insediamenti presenti su Marte, dove con il tempo l’adattamento dell’Homo sapiens al nuovo ambiente condurrà al delinearsi di una nuova specie: l’Homo Caelestis.
Prof. Teresa Paciariello