Liceo Marconi Parma | Per un pensiero non sostituito. Dialogo in tempo di guerra e di pace sulla soddisfazione e il suo vocabolario
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Per un pensiero non sostituito. Dialogo in tempo di guerra e di pace sulla soddisfazione e il suo vocabolario

Per un pensiero non sostituito. Dialogo in tempo di guerra e di pace sulla soddisfazione e il suo vocabolario è l’ultimo libro di Gabriele Trivelloni presentato presso la libreria Feltrinelli a Parma. Sono intervenuti insieme all’autore la Dirigente del nostro liceo Prof.ssa Gloria Cattani, il Prof. Fausto Pagnotta docente di Storia del pensiero politico dell’Università di Parma e la Storica dell’arte Maria Cristina Chiusa.

Il libro nasce dal lavoro dell’autore con i soci del Club dell’Arte-fatto.

I contenuti di questo libro si svolgono senza perimetri, senza distinzioni tra vita quotidiana e pensiero filosofico. Potremmo dire: da Aristotele ai giorni nostri, nel senso delle nostre giornate.

Quasi a voler imitare i 10 giovani che si sono narrati le novelle del Decameron dopo la peste del 1348 a Firenze: i nomi utilizzati per le identità degli interlocutori sono gli stessi usati dal Boccaccio. Una raccolta di 60 novelle, 10 al mese per i mesi tra la pandemia e la guerra in Europa del 2022.

La finzione narrativa, ammiccando al Decameron, rende il dialogo un fluire sempre “nuovo” del narrare per “novelle”: un novellare in un lavoro a domino che conduce il lettore a inoltrarsi nella circolarità dello sviluppo tematico che si evolve coerentemente da un tema all’altro.

Le parole possono essere pietre. Talvolta per offendere. Ma anche pietre per costruire. E ciò vale ancor più quando i conflitti mostrano la loro tragica evidenza.

“Rinovellare” così l’esperienza del presente alla riscoperta di quella “normalità” per principio di realtà. Che è anche speranza per un soggetto non deluso a favore di una pace senza immobilità, di un’azione volta a meta senza inibizione, e di un pensiero concludente con soddisfazione, facendo quel che si può.

Nessun agente naturale né conflitto prodotto dagli uomini mettono una parola definitiva su di noi. Le parole le mettiamo noi su di essi e su noi stessi.

Dipende quali.